
Non parlerò in termini scientifici, sulla flessibilità si trova molto, ovunque.
Tutorial, guide, video , app e corsi è tutto stato già scritto e mostrato e anche bene.
E non crediate che io qui vi faccia una lista di esercizi miracolosi di come poter fare la spaccata in 30 gg.
No, non mi interessa comunicare ciò. Quello che vorrei trasmettere è la mia esperienza personale di cozza.
E sopratutto di una persona che ha sempre trovato difficoltà a come impostare la mente ad allenare la flessibilità.
Prima di tutto è inutile porsi dei grandi obiettivi.
A me lavorare sulla flessibilità da poca soddisfazione nel breve termine. Se invece in una settimana alleno le trazioni 3 volte, la settimana dopo già sento di poter dare di più in termini di forza.
Questo perchè SONO FATTA COSì ANATOMICAMENTE, FISIOLOGICAMENTE.
Lavorare sulla flessibilità dandosi …. nessun obiettivo , ma solamente quello di sentirsi meglio (perchè è cosi che ci si sente) è ben più soddisfacente.
Connettersi con ogni nostro piccolo muscolo o tendine e sentirlo rilassare con il tuo respiro da molta più soddisfazione di 2 mm di apertura in più raggiunti in un mese. Almeno per me!
Quindi da tempo ormai ho deciso che non faccio il mio allenamento di flessibilità in presenza di uno specchio. Non mi voglio vedere, mi voglio sentire. A volte mi filmo per poi riguardarmi, ma la sensazione piacevole che provo mentre mi muovo è maggiore di quella che provo rivedendomi e mi affido a quelle sensazioni positive per continuare.
Altro punto fondamentale è non avere nessun elemento che possa distrarmi, tipooooo il palo!!!!!
Quindi la mia stanza preferita per il flexy è la sala.
E ho anche degli orari preferiti. Dalle 15 alle 16. 15 finiti gli allenamenti, finiti i vari lavori al pc o finito di insegnare ho questo lasso di tempi prima di andare a prendere i pupi che è perfetto.
Oppure la sera dopo cena mentre mio marito guarda super eroi della Marvel o gente che si spara e si trasforma io mi metto le mie cuffie e mi perdo nei miei viaggi che ciaone.
Ho anche capito cosa mi piace ascoltare, non solo musica, ma podcast per cui sto in fissa che mi aiutano nel lavoro.
Durante la mia ora e mezza a volte due di flexy non ho un percorso guidato, faccio quello che mi sento, mi lascio guidare dalle tensione del corpo.
Per questo vi dico che è un momento di profonda connessione con me stesa e non lo intendo come una cosa meccanica data da tempi e movimenti ben precisi . Ma ho comprato tanti attrezzi, elastici, yoga blocks, cinture, ruote, sedie e mio marito mi ha regato la feetup che è super fantastico e lo uso moltissimo.
Insomma ho creato il mio rituale.
E questo rituale mi fa amare fare flexy. Mi fa godere di ogni movimento che sento più fluido e della profonda consapevolezza che ho del mio corpo.
Ho sognato di fare la spaccata per anni e anni , ma odiavo allenare la mia flessibiltà per il dolore e per la frustrazione. Quel sogno non l’ho nascosto nel cassetto, ma lo tengo sul comodino ben visibile e come qualcosa di prezioso.
Quel sogno mi sta facendo fare un percorso sano ed equilibrato alla scoperta di un training che per la prima volta mi PIACE e mi da soddisfazione.
Mi scuso se non sono stata tecnica e didattica come sempre sono, magari in futuro potrò darvi delle informazioni più accurate, per ora mi andava di condividere il mood con il quale ho intrapreso questo percorso.
Buon allenamento Poler!


